E’ un classico italiano. Io ho avuto la fortuna di assaggiarlo appena sfornato, mentre ero su uno dei set di Slow Food. Lavoravamo al libro “Dolci da forno“. Ed è una di quelle ricette che mi hanno colpito per la bontà e la semplicità con cui, l’insieme di ingredienti diversi, da un risultato finale così appagante. E’ un pane profumatissimo e delicato. Certo, è dolce. Ma lo è anche il panettone. Eppure entrambi si sposano assai bene con il salato.
Ma non disdegno l’abbinamento con un buon bicchierino di vino passito. Oppure con una calda tazza di the.
Pare ci siano due versioni, quella alta e questa, quella bassa.
“Secondo alcuni storici questo dolce sarebbe di origine persiana. Pare, infatti, che il primo giorno dell’anno il paggio più giovane offrisse al sovrano un grande pandolce che poi veniva diviso tra i cortigiani. Nelle famiglie liguri è il componente più giovane che il giorno di Natale sfila dal pandolce il rametto beneaugurante d’alloro” (cit: Il cucchiaio.it).
La ricetta che vi segnalo, è Slow Food, tratta dal libro. Ho seguito la preparazione e la cottura, devo dire che, in una giornata come oggi, dove il grigio e l’umidità imperano, mettersi fronte forno, non è un’idea così balzana. Anzi!
800gr farina 0
180gr zucchero semolato
120gr burro
70 gr pistacchi sgusciati
70 gr zucca candita
60gr pinoli
40gr lievito madre
20gr uvetta passita (meglio se zibibbo)
20gr semi anice
20 ml marsala
1 cucchiaio acqua fiori d’arancio
1 presa di sale
1 bicchiere acqua tiepida (qb)
Su una spianatoia disponete a fontana 200gr di farina. Mettete al centro il lievito madre e l’acqua tiepida, tanto quanto basta per formare, impastando, un panetto consistente ed elastico. Trasferitelo in una terrina e lasciatelo riposare per 12 ore coperto con un canovaccio.
Mettete sulla spianatoia i restanti 600 gr di farina, unite il burro fuso e intiepidito, lo zucchero, il sale, il fior d’arancio e il Marsala. Impastate. Se serve, aggiungete qualche cucchiaio di acqua tiepida.
Dovete ottenere una pasta liscia, morbida ed elastica (tipo pasta per pizza).
A questo punti unite tutti gli altri ingredienti.
Vi ricordo che l’uvetta deve essere ammollata in acqua (o liquore), poi strizzata, prima di essere unita all’impasto.
Lavorate bene per amalgamare, poi formate una pagnotta, mettetela su una teglia coperta di carta forno e fate un taglio a croce sulla superficie.
Lasciate lievitare per altre 12 ore. Sempre coperta con un canovaccio. Infine, passate in forno, preriscaldato, a 190° per circa un’ora.
Raffreddate su una griglia e gustatelo in compagnia.
Cosa ne pensate? Lo conoscevate già? Per me è stato un vero colpo di fulmine.
Provateci! Credetemi sulla parola, avrete la casa profumatissima per una giornata intera :)
Buon mercoledì!
Ps: se vi interessa il libro, lo trovate nelle librerie Giunti al punto, oppure QUI.
Pur essendo genovese non mi sono mai cimentata nell'impresa inoltre ormai vivo da molti anni in USA. Non avendo lievito madre fresco penso che potrei sostituirlo con lievito madre secco (quello che si acquista in negozi bio) oppure lievito di birra fresco? Grazie mille e complimenti per il bellissimo sito e le favolose foto da artista
Ciao Paola,<br />grazie per i complimenti :) troppo gentile!<br />Io opterei per provare. Forse con il lievito madre bio.<br />Sono sincera però, non ho mai avuto occasione di testarlo e quindi non ho idea di come possa reagire. Però, tentar non nuoce!<br />grazie ancora, ciao :)
Ciao Barbara, è da tanto che penso di replicare il pandolce genovese, assaggiato per caso da un'amica, ormai anni fa, e subito amato alla follia! Ma secondo te è possibile farlo senza lievito madre…o è un'impresa impossibile? <br />Grazie, ciao.<br />Alice
ecchillà! anche per te vale la risposta data a Paola.<br />Questa è una ricetta Slow Food e io ho visto che utilizzavano il madre.<br />A parer mio, se riusciamo a fare la pizza anche con altri lieviti, è possibile ottenere anche il pandolce.<br />Fammi sapere :)<br />ciao!
Grazie mille…proverò! :-)
grazie a te :) se provi, fammi sapere :) ciao!
Delizioso…bravissima come sempre!
grazie Michela, troppo buona :)<br />prova a farlo se hai occasione, poi mi dirai. ciao!
non conoscevamo la ricetta e, ovviamente, non abbiamo mai assaggiato e tu ci delizi, noi, ci accontentiamo della tua parola …sigh
ma dai su! questo è da provare assolutamente.<br />non è difficile, giuro!<br />:)<br />ciao :))))
Sarà possibile, con tutti i pani che sforno, che io non abbia mai fatto il pandolce?!?<br />In questa giornata ci voleva davvero una bella fetta per scaldare via la pioggia…ma una domanda Barbara, la zucca candita si trova facilmente?<br />Qui dalle mie parti non l'ho mai vista,ma magari è solo perchè non l'ho mai cercata ;)<br />Buona settimana
Ciao bellissima Manu :)<br />Dunque, a Milano si trova, tenterei nei negozi che vendono bio. In alternativa, opta per qualche altro tipo di candito che ti è di più facile reperibilità.<br />Dico un eresia….. ma io proverei a metterci lo zenzero candito :)))))<br />Un abbraccio mia cara!
beh le foto sono magnifiche non lo scopriamo adesso ma il pan dolce invece si che meraviglia :-)
ciao grande G<br />è sempre un piacere leggerti, grazie :)<br />e il pandolce, devi provarlo.<br />assolutamente.<br />un abbraccio!
A casa mia si é sempre fatto con i canditi di cedro e arancio e non di zucca e senza marsala… per il resto meritate (lui e te) la cittadinanza genovese!!<br /><br />un abbraccio!!
ciao Maia :)<br />ma grazie! accetto molto volentieri la cittadinanza onoraria :)<br />ti dirò, cedro e arancio quasi mi ispirano ancor di più!<br />a presto :)))
Ciao Babs��sono lieta di scoprire il tuo Blog, ma più di tutto il modo in cui l'ho scoperto! Nn grazie alla Blog sfera ma indovina un pò? Grazie allatua "sorellina" Francesca��Ma sì! !! Contattata per "l'inglese e poi divagando….son venute fuori "le forchette"������come solo gli Italiani sanno fare…. ed ora mi gusto le tue delizie��In bocca al lupo per i