La zuppa inglese…. è uno dei miei dolci preferiti. Quando nel 2010 lavoravo a Bologna come foodstylist per il progetto Barilla, venivo viziata dal collega fotografo che mi faceva trovare molto spesso in studio un paio di porzioni di questo magnifico dolce al cucchiaio. Saranno le creme che mi riportano indietro nel tempo. Sarà l’aroma dell’alchermes. Sarà che mi ricorda mio nonno materno (il mitico Nonno Oreste), comunque, ogni tanto, mi scatta la molla della zuppa inglese. In questo caso, ho voluto azzardare. Vincendo una scommessa con me stessa. Come base, ho utilizzato uno dei pandori che più mi ha dato soddisfazione quest’anno: G. Cova & C., storica pasticceria milanese, dal 1930.
Poco prima di Natale, mi è stato inviato un pacco meraviglioso. Come una bimba ho fatto i salti di gioia nell’aprirlo. Era colmo di cose buone e, pandoro e panettone con il classico imballo “retrò” che – oltre alla qualità indiscussa – contraddistingue i prodotti di G. Cova & C. Panettone e piccola pasticceria sono spariti prima di subito, mentre il pandoro, volevo gustarmelo con calma, insieme ad un altro prodotto che compro da sempre e trovo ineguagliabile: i biscottoni alla panna.
Così, in attesa del momento giusto, qualche giorno fa mi sono ricordata del mio pandoro e, non ho resistito. prima ne ho mangiato una bella fetta in purezza, poi ne ho fatto una zuppa inglese.
So che può sembrare che arrivo con grande ritardo a parlare di G. Cova & C., ma approfitto anticipando la Pasqua, visto che siamo quasi in “odor” di colombe. Avete assaggiato le loro colombe? Io si, sono molto molto buone. E poi, come dico da tempo…. panettoni e pandori, mica solo a dicembre!
Vi parlo un attimo di G. Cova & C.:
Era il 1930 quando le storie di due rinomati pasticceri milanesi, Agostino Panigada e Giovanni Cova, si intrecciavano e si fondevano in un locale di viale Monza a Milano, ancora sede attuale della ditta, che divenne il loro primo laboratorio dolciario.
Qui, all’ombra della Madonnina, nasce con orgoglio il vero “Panettun de Milan”, simbolo indiscusso della pasticceria milanese nel mondo.
Ma la storia del marchio “G.Cova & C.” ha in realtà radici ben più lontane e, a raccontarle come una fiaba, sono alcune foto seppiate datate 1905, che rimandano agli anni della Belle Epoque milanese e alle leggiadre visioni di donne avvolte in chiffon e merletti svolazzanti. In via Amerigo Vespucci, a Porta Nuova, a due passi dalla vecchia sede della “Gazzetta dello Sport”, Angelo Grioni aveva iniziato l’attività di pasticcere. Dal suo matrimonio felice erano nati cinque figli e se Antonio, l’unico maschio, fu il continuatore dell’attività paterna, che trasferì in via Francesco Ayaz n°8 si deve alla figlia Rosa e a suo marito Agostino Panigada l’unione con Giovanni Cova, pasticcere e cognato della coppia.I tre ebbero la felice intuizione di riprodurre artigianalmente da veri mastri pasticceri il panettone dell’antica ricetta milanese, seconda la tradizione più vera di Milano.
“ G.Cova & C.” si qualificò come il “marchio che rinnova una tradizione” e, a sottolineare il primato del “panettone di lusso”, furono affissi manifesti pubblicitari che raccontavano per immagini la storia totalizzante del panettone, da allora, sormontato da una vistosa corona regale.
E a buon diritto quella corona continua a brillare sul marchio “G.Cova & C.” “immutato nella sua tradizione, ma in continua evoluzione, testimone di come i migliori costumi resistano nel tempo”.
Se volete curiosare, trovate G. Cova & C. anche nel nel nuovo Show Room-Bistrot di Via Cusani, 10, zona Brera, Milano.
1 pandoro (io ho utilizzato: G. Cova & C.) oppure 1 pan di Spagna classico
Alchermes (io ho utilizzato questo: S. Maria Novella)
1 porzione di crema pasticciera alla vaniglia
1 porzione di crema al cioccolato
500 ml panna freschissima leggermente montata SENZA ZUCCHERO aggiunto
preparate le creme:
500ml panna
125gr zucchero bianco
40gr maizena o fecola
4 tuorli freschissimi
1 baccello di vaniglia (i semi)
Montate i tuorli con lo zucchero fino a renderli soffici e spumosi, usate le fruste elettriche se possibile. Aggiungete la maizena, la vaniglia e, a filo, la panna calda.
Mettete sul fuoco al minimo e portate in cottura, mescolando continuamente. La crema è pronta quando “vela” il cucchiaio. Lasciatela raffreddare sempre mescolando.
per quella al cioccolato stesse dosi, ma 30 gr di maizena, prima di spegnere il fuoco, unite 100 gr di cioccolato fondente tagliato finemente o sciolto a bagno maria.
Tagliate il pandoro orizzontalmente ottenendo delle “stelle” di un centimetro circa di altezza. Non superate i due centimetri altrimenti farete fatica ad inzupparli. Un una ampia ciotola versate una prima parte di crema alla vaniglia, adagiatevi sopra una fetta di pandoro inzuppato di alchermes (aiutatevi con un pennello da cucina), poi la crema al cioccolato e, continuate ad alternare gli strati in base alla profondità ed ampiezza del vostro contenitore. Concludete con crema al cioccolato che andrete a ricoprire di panna fresca leggermente montata.
Minimo due strati, oltre i quattro diventano impegnativi!
Augurandovi di trovare nel vostro negozio di fiducia i prodotti G. Cova & C, vi consiglio di provare questa ricetta. Grande soddisfazione!
Buona giornata.
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