Björk Swedish Brasserie, o ancora, Björk, il ristorantino svedese dove si sta da Dio.
La seconda definizione è la mia e, vi giuro, le mie papille gustative ancora sognano la crema di pastinaca mangiata in questo posto che, oltre ad essere bellissimo ed estremamente confortevole, ha una delicatezza intrinseca che è pari alla voglia di farsi notare ed urlare “ci siamo anche noi. E siamo bravi“.
Björk Swedish Brasserie è quel posticino delizioso dive, se vai una volta, è difficile dimenticarsene. Io, visto che sono sempre originale, ci ho passato anche il Santo Stefano dello scorso anno. #perdire una delizia. Eravamo in 5 o 6 persone. Servizio spettacolare, sorrisi nonostante il giorno di festa e un menù….. ah che menù.
Se vi domandate perchè ho atteso tanto a parlarne? Non ho avuto tempo…… e mi spiace da morire, perchè certi posti, diventano luoghi per l’anima e senti il desiderio di tornare e tornare.
Il grosso problema è che a Milano ogni due secondi nascono nuove realtà, e ora che le hai testate tutte, fai fatica a replicare. Ma qui è differente, è una cucina “comfort food” che merita più e più passaggi. Partiamo dal locale: pulito, ordinato, caldo, affascinante e, al contempo, intimo. Persino al bancone provo queste sensazioni. Noi family, abbiamo mangiato nella saletta con il tavolino tondo, si, questa qui sotto nella foto. Piccina, comoda, originale.
Il fatto è che se non entri, guardando dall’esterno percepisci che sia uno shop, che in realtà esiste ed è fighissimo, ma dietro lo shop, c’è questo angolo di mondo.
Nato in via Panfilo Castaldi, animato crocevia multietnico di Porta Venezia votato per sua natura alla cultura, all’arte e alla movida, Björk Swedish Brasserie Side Store, già project store dedicato al food e al design, nel novembre 2014 si propone rinnovato in chiave shop-ristorante-brasserie. Luogo ideale per il lunch, il tè del pomeriggio, l’aperitivo e la cena si presenta con un ricco banco di prodotti gastronomici da gustare sul posto o da portare a casa o in ufficio. Björk in svedese significa betulla, la pianta che meglio rappresenta i paesi scandinavi per la sua naturale eleganza. Il progetto Björk Swedish Brasserie nasce da una passione comune e condivisa di Giuliana Rosset e Nicola Quadri per i paesi nordici e la loro cultura. Unisce ricerca e studio nel mondo della nuova cucina nordica e del più fine e attento design vintage e contemporaneo.
Se è vero che l’occhio vuole la sua parte, anche lo stomaco reclama e, incredibile ma vero, il menù, anche se particolare, invoglia ad assaggiare ogni singola portata. Ma cosa si mangia in una brasserie svedese? Tanto, bene e, non so voi cosa scegliereste, ma posso elencarvi i nostri piatti:
S.O.S. – Tris di aringhe marinate
Aringhe alle verdure, aringhe alla senape, aringhe alla Brantevik, servite con formaggio svedese e knäckebröd
Tre smaker från Norden – Tris nordico
Assaggio di tre entrate: Gravad lax, Tartare di alce, Aringhe marinate
Renfilé med persiljerot och flädervinäger
Filetto di renna scottata con radice di prezzemolo in due cotture aceto di sambuco e crispy di cipolla fritta al timo
Palsternackssoppa med rökt fläsk och friterad surdeg
Zuppa di pastinaca con pancia di maiale affumicata, crispy di pasta
Fisksoppa med gröna ärter och lax
Zuppa bianca di pesce con salmone e puré di piselli
e dei dolci che ora non ci sono in carta, ma vivono ancora nella mia memoria. Così come il pane nero e all’aneto, che viene servito con il burro – spettacolare – appena ci si accomoda.
Le porzioni sono giuste, le materie prime arrivano direttamente dal paese d’origine e sono di ottima qualità; se vi aspettate che le aringhe, piatto povero, appaiano così come le aspettate, sbagliate. Riescono a farci creazioni degne di nota.
E, se quando uscite avete voglia di portarvi qualcosa a casa, lo shop vi attende (difficilmente rinuncerete a qualche acquisto estemporaneo) con un banco frigo pieno di piccole leccornie che fanno volare la mente ai paesi del nord: aringhe, salmone, polpette. Aggiungete agli acquisti anche dell’acqua vite. E’ la tradizione che lo chiede :)
Tutto ciò premesso, circa 670 parole, concludo con un: ANDATE. Merita, vi renderà felici.
Unico neo, in via Panfilo Castaldi parcheggiare è una sorta di ruota della fortuna, magari organizzatevi con i mezzi o i taxi, perchè con accanto anche il Joja e Mantra, è una via complicata da gestire.
Buon appetito!
fotografie da sito Björk e Barbara Torresan ©
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